giovedì 15 aprile 2021

Rinnovabili, continuare a occupare territorio non è la soluzione: piccolo è bello!, di Fabio Balocco

 (fonte: Il Fatto Quotidiano.it)


Ricordo che diversi anni fa mi telefonò una voce anonima dalla Sicilia avvertendomi che dietro il business delle pale eoliche si nascondeva – neanche poi tanto velatamente – la malavita e mi invitava ad indagare. Io, da buon blogger, lascio ai giornalisti il compito di approfondire gli argomenti: non ne ho i mezzi e non sono neppure titolato.

Ma questa storia che le pale eoliche spuntassero come funghi, in particolare nel centro-sud della penisola, e poi magari nemmeno funzionassero come dovere e che, insomma, fossero un escamotage per prendere finanziamenti – anche da parte di imprese in odore di mafia o similari – mi sembrava plausibile.

Mi è venuto alla mente quel vecchio episodio quando ho letto su La Repubblica che è stata depositata una istanza per la posa di 190 turbine eoliche, distanziate l’una dall’altra 3,5 chilometri, per un totale installato di 2.900 megawatt, nel canale di Sicilia.

Non si riesce neppure ad immaginare cosa significhi 190 turbine distanziate di 3,5 chilometri l’una dall’altra, quanto spazio occuperanno nel Canale di Sicilia. Sarà una specie di muro fra Italia e Tunisia? Servirà a disincentivare gli sbarchi?

Naturalmente scherzo. Ma non scherzo quando mi domando quale impatto potranno avere questi piloni galleggianti (le pale eoliche non possono essere ancorate al fondale marino che lì supera, e di molto, i 50/60 metri di profondità ammissibili per un ancoraggio: quindi ecco il galleggiamento) su navigazione, fondale marino (ci saranno pur sempre gli elettrodotti), attività di pesca.

Ovviamente sia La Repubblica che Il Sole 24 Ore gioiscono all’idea: finalmente una applicazione concreta e pesante di transizione energetica. E, oltre a ciò, il primato: il più grande parco eolico d’Italia e il più grande parco eolico galleggiante al mondo.

Ai peana dei giornaloni si unisce Legambiente in coerenza con il suo appoggio incondizionato alla transizione energetica. Unica voce contraria, che abbia letto, quella degli indipendentisti siciliani.

Ma non finisce qui, nel senso che c’è anche un altro progetto depositato presso il ministero dell’Ambiente e già approvato per un parco eolico, sempre lì nel Canale, di 25 turbine per una potenza di 250 mw.

A questo punto quindi potremmo avere due parchi eolici galleggianti per un totale di 215 pale. Allora sorgono spontanee una considerazione e una domanda, anzi, una domandona.

La considerazione è questa: una transizione ecologica compatibile con la realtà territoriale e ambientale vorrebbe che la produzione di energia fosse di piccole dimensioni e a vantaggio delle comunità locali, secondo il principio del “piccolo è bello”.

Invece si sta andando in direzione diametralmente opposta: impianti di grandi dimensioni che necessitano di grandi impegni di capitale e che occupano grandi porzioni di territorio, e che talvolta – come esordivo – possono anche lasciare spazio alla criminalità organizzata.

La domandona invece è questa: si pensa davvero di continuare (siamo appena all’inizio) ad occupare enormi distese di territorio e di mare per sostenere la crescita? Parlo delle pale eoliche, ma parlo anche del solare a terra su terreni agricoli, “campo” in cui si distinguono regioni (molto teoricamente) di sinistra come il Lazio di Nicola Zingaretti e la Puglia di Michele Emiliano.

Proprio in quest’ultima regione l’equivalente di duecento campi da calcio è l’estensione di un nuovo impianto fotovoltaico a terra, realizzato a Troia, in provincia di Foggia. Duecento campi di terreni agricoli sacrificati.

È questa la transizione ecologica che si vuole? Una rincorsa ad una crescita economica infinita sorretta da ancor maggiori flussi di energia? È questo che vuole il mondo ambientalista? Vogliamo pensare come Lester Brown che anni fa disse che si poteva ricoprire l’intero deserto del Sahara con pannelli solari? L’ho sentito con le mie orecchie…

Non sarebbe il caso di rivedere questo quadro che possiamo definire drammatico oltre che irrealistico? Va bene vivere nel presente, va bene non curarsi del futuro, ma c’è un limite anche a questa prospettiva a breve termine. E anche un limite alla nostra stupidità. O no?



4 commenti:

  1. Affinché il cancro del pianeta possa continuare ad aggredire dovrebbe adattarsi a sostituire le fossili con le rinnovabili.
    Questo significa aumentare di un ordine di grandezza le FER.
    Mi sembra che non sia il caso di preoccuparsi: il cancro non riuscirà ad espandersi ulteriormente, anzi sono convito che volente o nolente dovrà parzialmente collassare.
    Il problema mafia non è di mia competenza, però banalmente questo tipo di tumore (un tumore nel tumore ?) si nutre soprattutto di incentivi.
    Gli incentivi possono rendere interessanti investimenti che altrimenti sarebbero troppo problematici, rendendo possibile stendere molto più cemento di quello che sarebbe altrimenti possibile.
    Bisognerebbe quindi lottare contro gli incentivi, tutti.
    Non solo quelli alle FER ma anche quelli che spingono a bucare e trivellare (leggi distruggere) per estrarre sabbia sporca di petrolio, oppure quelli che portano a costruire decine di migliaia di km di metanodotti, ma anche quelli che spingono a demolire automobili funzionanti per costruirne e comprarne altre.
    Il fotovoltaico a terra:
    Trovo che sia una bellissima pratica perché il terreno coperto da pannelli è molto meno danneggiato dal terreno coperto da cemento (parcheggi, centri commerciali, ....) e forse anche da quello soggetto ad agricoltura intensiva.
    Insomma l'impianto FV protegge il terreno dal cancro!
    Solitamente per gli impianti a terra è richiesto che non sia usato cemento, quindi i pannelli FV devono essere fissati a pali che dovrebbero essere banalmente piantati nel terreno.
    Ad ulteriore vantaggio questa pratica riduce il terreno fertile disponibile per la produzione di cibo per il tumore e quindi contribuirà a soffocarlo.
    Ci sono impianti a terra (recintati) in cui sotto i pannelli cresce un po' di flora selvatica (erba) e c'era pure qualche animale al pascolo divenendo uno dei pochi abitat quasi naturali per questi esemplari.
    So bene che diventeranno carne da macello ma almeno questi hanno avuto una vita dignitosa e la produttività per ettaro è irrilevante al fine di sfamare il tumore.
    Eolico:
    Una torre eolica grande ha un EROEI ed un continuità molto più elevata di una piccola.
    La distanza tra gli aerogeneratori serve ad evitare che le turbolenze generate dall'una disturbino l'altra.
    Ed ha l'ulteriore vantaggio di non consentire al tumore di saturare il territorio! (tra un aerogeneratore e l'altro siamo costretti a lasciare spazio libero)
    Non sono sicuro che si parli di un unica fila.... Siamo in uno spazio bidimensionale!
    Che sia redditizio installarli in mare su piattaforme galleggianti con l'ulteriore costo della linea elettrica non posso saperlo ma anche quì siamo in presenza di un contro effetto:
    Il cavo posato nel fondo del mare e le torri eoliche potrebbero intralciare la pesca, soprattutto le reti a strascico.
    Cosa ne pensano gli altri oncologi?

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    1. Siamo semplici cellule tumorali, non oncologi e non abbiamo la visione del tutto. Ce l'ha fatta perdere l'alterazione genica che abbiamo subito. L'oncologo, il buon dottore planetario, è una finzione letteraria contenuta nel mio libro "Il cancro del pianeta consapevole". È piuttosto scettico sulle nostre possibilità di salvezza, ma ci invita a provare...

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  2. è uno dei migliori modi per creare energia e passare dal petrolio al elettrico, non vedo il problema. contando che come scritto nell'articolo è uno dei parchi più grandi al mondo, dov'è il problema? non capisco, qualunque cosa il governo italiano faccia non va mai bene a nessuno. Io questo lo vedo come un buon investimento ecologico. Poi le persone si lamentano che le pale eoliche sulla terraferma uccidono gli uccelli e gli animali, danneggia la natura e fa' un rumore troppo forte.
    Quindi supportiamo questo tipo di ricavo di energia invece che commentarlo e giudicarlo in modi negativi.

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    1. Ho visitato un parco eolico...
      Il rumore generato dal passaggio di una pala è simile a quello generato dal passaggio di un auto elettrica.
      No, ho camminato per ore senza vedere volatili morti.

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