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giovedì 15 aprile 2021

Rinnovabili, continuare a occupare territorio non è la soluzione: piccolo è bello!, di Fabio Balocco

 (fonte: Il Fatto Quotidiano.it)


Ricordo che diversi anni fa mi telefonò una voce anonima dalla Sicilia avvertendomi che dietro il business delle pale eoliche si nascondeva – neanche poi tanto velatamente – la malavita e mi invitava ad indagare. Io, da buon blogger, lascio ai giornalisti il compito di approfondire gli argomenti: non ne ho i mezzi e non sono neppure titolato.

Ma questa storia che le pale eoliche spuntassero come funghi, in particolare nel centro-sud della penisola, e poi magari nemmeno funzionassero come dovere e che, insomma, fossero un escamotage per prendere finanziamenti – anche da parte di imprese in odore di mafia o similari – mi sembrava plausibile.

Mi è venuto alla mente quel vecchio episodio quando ho letto su La Repubblica che è stata depositata una istanza per la posa di 190 turbine eoliche, distanziate l’una dall’altra 3,5 chilometri, per un totale installato di 2.900 megawatt, nel canale di Sicilia.

mercoledì 3 marzo 2021

Il tramonto dell'ambientalismo, di Fabio Balocco

 


Inizia con questo articolo la collaborazione di Fabio Balocco al Blog de Il Cancro del Pianeta. Fabio, nato a Savona, risiede in Val di Susa. Avvocato (in quiescenza), ma la sua passione è, da sempre, la difesa dell'ambiente, in particolare montano. E' blogger de Il Fatto Quotidiano e di Italia Libera online. Ha scritto – insieme ad altri – Torino: oltre le apparenze (Arianna ed.), Verde clandestino (Neos ed.) e Loro e Noi. Storie di umani e altri animali (Neos ed.), da solo Poveri. Voci dell'indigenza, l'esempio di Torino (Neos ed.), Il mare privato (Altreconomia), Lontano da Farinetti (Il Babi), per gioco. Voci e numeri del gioco d'azzardo (Neos) e Belle persone. Storie di passioni e di ideali (La Cevitou).

La nostra epoca vive una tremenda contraddizione: da un lato la crisi del pianeta è sempre più drammatica, dall’altro lato le associazioni che dovrebbero rappresentare le istanze di tutela soffrono di una crisi che definirei oramai irreversibile. Ho operato per più di trent’anni in questo mondo e perciò ritengo di poter parlare a ragion veduta. Vediamo qui quali possano essere le ragioni, partendo dal presupposto che la crisi si manifesta sia nei numeri, sia nei metodi.