(fonte: Rassegna Stampa di Arianna)
Premesse
Nel pensiero
corrente, gli eventi sono stati inquadrati di norma in una visione del mondo
che considera l’umanità staccata dalla Natura e in costante progresso nel
tempo. Al vertice di questo progresso si troverebbe l’attuale civiltà industriale,
nata nella cultura occidentale da un paio di secoli.
Alla luce
della situazione attuale della Terra, questo paradigma è insostenibile, ma
continua ad essere largamente di maggioranza, al seguìto della tumultuosa
espansione dell’Occidente, che esporta ovunque il suo delirante primato
dell’economia.
Possiamo riassumere i mali del mondo, conseguenza della civiltà attuale e in avanzata inesorabile, con queste voci: sovrappopolazione, distruzione di ecosistemi terrestri e oceanici, perdita di biodiversità, alterazione dell’atmosfera e del clima, consumo e degradazione di territorio, sostituzione di materia inerte al posto di sostanza vivente, plastica e pesticidi ovunque, alterazione dei cicli vitali del Pianeta, accumulo di rifiuti sulla terra e negli oceani.
Da tutto
questo risulta evidente che la civiltà industriale è un modello fallito, perché
incompatibile con il sistema più grande di cui fa parte, il Sistema Biologico
Terrestre.
Ma quando
sono iniziate le premesse che hanno portato a questi guai? Quali sono state le
cause vere che hanno dato il via a questa degradazione?
Secoli o
millenni
Le diverse
minoranze che si oppongono al modello attuale industrialista-sviluppista,
ovvero al cosiddetto “pensiero unico”, fanno risalire l’inizio dei guai a tempi
diversi.
Secondo le
varie forme di pensiero di questi oppositori, i guai sono cominciati da:
- Dal cervello umano, visto come un errore dell’evoluzione:
convenzionalmente, faremo risalire l’inizio dell’“errore” al tempo di
Lucy, una femmina di Australopiteco che aveva la stazione eretta ed era in
grado di accendere il fuoco. È vissuta tre milioni di anni fa. Questa
corrente è detta Cancrismo, perché considera l’intera specie umana come un
cancro della Terra, a causa del suo cervello “sbagliato”. 3 milioni di anni
- Dall’inizio dell’agricoltura, cioè da quando alcuni
raccoglitori-cacciatori nomadi sono diventati stanziali e hanno iniziato a
sfruttare la terra e alterare gli ecosistemi naturali. 10.000 anni
- Dalla civiltà, secondo la classica storia insegnata in
Occidente, che è solito relegare tutto il resto (le culture “primitive”
assieme ai dinosauri!) in un unico calderone chiamato preistoria. Questa
corrente è chiamata Primitivismo (fondato dal filosofo John Zerzan). 5.000 anni
- Dalla prima origine della cultura giudaico-cristiana
(Occidente) e del suo esasperato antropocentrismo, dove la nostra specie
viene considerata al di fuori e al di sopra del mondo naturale. 2-3.000 anni
- Dall’inizio della civiltà industriale, nata con
l’affermarsi del pensiero di Cartesio-Bacone-Locke-Newton e altri, che ha
diffuso ed esaltato il distacco mente-materia e ha accentuato
l’antropocentrismo. 2-300
anni
L’Ecologia
Profonda si colloca nelle voci 4 e 5, dato che non vede l’intera specie umana
come negativa e pericolosa, ma si oppone decisamente all’antropocentrismo e
considera la mente immanente nella Natura (animismo-panteismo). Vede come
indivisibili mente e materia, supportata anche dalla fisica quantistica e dalle
notevoli similitudini con molte antiche filosofie dell’Oriente. Inquadra
inoltre i processi in una visione sistemica-olistica, abbandonando la visione
meccanicistica e lineare detta cartesiana-newtoniana, propria del sottofondo
generale dell’Occidente e che ha dato origine al pensiero
industrialista-sviluppista.
Una speranza
Per quanto
riguarda la posizione in Natura della nostra specie, proviamo a seguire un
altro filone (ancora dell’Occidente, ma di minoranza), cominciato più o meno
nello stesso periodo di quello che ha dato origine alla civiltà industriale.
Facciamo un rapidissimo excursus, attraverso qualche flash, negli ultimi
quattro secoli:
-
Copernico e Galileo: La Terra non è al centro,
il Sole è al centro dell'Universo.
-
Giordano Bruno: il Sole è una stella come le
altre, non è al centro di niente.
-
Lamarck e Darwin: Siamo animali, anche
facilmente classificabili.
-
Psicoanalisi (Freud e Jung): L'uomo non è più
padrone neanche di sé stesso.
-
Paleontologia: La durata di esistenza della
nostra specie è circa un millesimo della durata complessiva della Vita.
-
Heisenberg-Schroedinger-Bohr: La mente e la
materia non sono separabili, né distinguibili.
-
Hoyle-Sciama e Cosmologia: Siamo sul terzo
pianeta di una stella di media grandezza, lanciata nel braccio esterno di una
galassia qualunque, fra miliardi di altre galassie.
-
Prigogine-Bateson-Capra-Sheldrake: I fenomeni
mentali sono conseguenza di ogni complessità. La Mente è ovunque.
-
Lorenz-Goodall-Pepperberg-deWaal-Marchesini e
altri: Non ci sono differenze sensibili nel comportamento degli umani e degli
altri Mammiferi (e Uccelli, e altri esseri senzienti).
-
Genoma e DNA: la differenza fra noi e lo
scimpanzé bonobo è dell'ordine dell'uno per cento.
-
Mancuso – Wohlleben e altri: anche i vegetali
provano emozioni e sentimenti.
Molte di
queste conoscenze richiamano le intuizioni di alcune filosofie dell’antico
Oriente. Possibile che l’uomo si consideri ancora al di fuori e al di sopra
degli altri esseri senzienti? L’antropocentrismo dovrebbe essere ormai un
ricordo del passato. Il filone Cartesio-Bacone-Newton-Locke è stato
completamente falsificato! Questo non è ancora avvenuto nel pensiero corrente,
ma anche in quello di molti scienziati-filosofi.
Comunque,
agli effetti pratici, le posizioni diverse sui tempi dell’origine dei guai non
influenzano le azioni da intraprendere attualmente, dato che in ogni caso la
distruzione dei processi vitali dell’Ecosfera terrestre è dovuta alla crescita
economica.
Qualunque sia
l’origine prima dei gravi problemi attuali, si tratta di constatare che ci
troviamo nella posizione di una componente, interconnessa con le altre, di un
Organismo molto più grande e ad elevato grado di complessità, che deve vivere
(o funzionare) per consentire la nostra esistenza. Dobbiamo comunque ragionare
in modo sistemico-olistico e non in modo lineare come ha fatto finora la
civiltà industriale. Citando Bateson: “La mancanza di saggezza sistemica è
sempre punita”. Su questo dovremmo essere d’accordo, indipendentemente dalle
considerazioni sull’origine dei guai.
In questo organismo che tutto comprende, di cui l'Homo cosiddetto sapiens vede probabilmente solo una infinitesima parte che si chiama "universo", composto da un numero per noi inimmaginabile di "galassie", composte a loro volta da un numero inimmaginabile di stelle e pianeti, vive anche la nostra piccola "Terra", la quale genera anche la nostra vita. Se il genere umano dovesse sparire o anche se la Terra stessa dovesse morire, sarebbe come se il nostro organismo perdesse un capello o probabilmente anche molto meno. Quindi stiamo tranquilli, contiamo meno di niente.
RispondiEliminaIn assoluto il ragionamento non fa una grinza. In relativo, possediamo solo questa realtà che stiamo vivendo e per noi è tutto. Cerchiamo di rovinarla il meno possibile ...
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