martedì 4 maggio 2021

Verità della Decrescita - Via dalla scienza totalitaria per salvare il mondo, di Gloria Germani


 

Il collasso climatico ed insieme la pandemia sono la cartina di tornasole della società industriale moderna.  Abbiamo davanti a noi solo otto anni per evitare la catastrofe climatica. E’ essenziale mettere sotto accusa la reale radice di questa crisi epocale: l’economia moderna che ha prodotto la crisi ecologica.

Negli ultimi decenni, la scienza economica è diventata “il tutto”, ha invaso ogni spazio di pensiero e ogni valore personale e collettivo. Per la prima volta nella storia del mondo, per la prima volta in 5.000 diverse civiltà, la scienza economica domina la politica, ha conquistato ogni continente ed ogni cultura diversa.  Ma come è potuto succedere?

Indubbiamente perché la civiltà moderna occidentale si è imposta su tutto il globo come superiore, come portatrice di vera scienza. E l’economia è l’apice della Scienza occidentale. Ma se alla base della modernità vi fosse invece uno sbaglio conoscitivo?

Come già scriveva Tiziano Terzani, «La scienza in Occidente è asservita ai grandi interessi economici ed è stata messa sull’altare al posto della religione. Così è lei stessa diventata “l’oppio dei popoli” con quella sua falsa pretesa di saper prima o poi risolvere tutti i problemi». Oggi occorre mettere in luce il madornale errore conoscitivo della crescita e della globalizzazione che ci stanno portando all’estinzione e la via per uscirne.

Attraverso un dialogo serrato con i risultati della fisica quantistica, l’entanglement, ma soprattutto con il pensiero induista, buddista e le tradizioni indigene, viene messo a fuoco l’abbaglio della scienza e delle sue sorelle: tecnologia e multinazionali. Fondate sull’antropocentrismo e sull’astrazione razionale dello schema cartesiano–newtoniano, riposano sulla falsa separazione tra mente e materia, tra ego e mondo.

La separazione tra l’io e il mondo su cui è fondata la Scienza di Cartesio e Newton ( materialista, antropocentrica, utilitaristica, specialistica) è sempre più smentita dalla  fisica quantistica.

È impossibile distinguere la mente dalla materia, il tempo e lo spazio non esistono di per sé come non esistono particelle, né entità stabili, ogni evento è impermanente e ha ripercussioni sul tutto. Il dualismo caratteristico della Scienza occidentale affonda le sue radici in Aristotele e nell’antropocentrismo della tradizione giudaico-cristiana.  Ma prende definitivo slancio con Cartesio, Hobbes, Locke, Kant, Hegel, Marx. Da allora la mente razionale, la misura, il calcolo, il tempo lineare hanno dominato il mondo.

Dall’illuminismo in poi, diamo per indiscutibile la separazione tra l’io e ciò che è fuori dall’io, è ciò che  è fuori va conosciuto e modificato per l’ utile dell’uomo.

La rivoluzione che ha compiuto la fisica da Einstein in poi e da molti altri  campi della ricerca contemporanea viene infatti passata sotto silenzio, come se non riguardasse il nostro agire quotidiano e l’impatto dell’industria sull’Ecosfera.

Eppure la fisica quantistica ci sta insegnando che non esiste dualità tra chi conosce e ciò che è conosciuto, che tutto è impermanente ed interconnesso, che la scienza riduzionista non è il sapere superiore, anzi è un sapere uperato che va sostituito con un sapere della complessità.

Come bene sapevano le millenarie tradizioni dell’India e della Cina e le sapienze indigene di tanti popoli, non esiste un dualismo tra uomo e ambiente, tra mente e materia. La crescita economica che domina tutte le agende politiche si è rivelata un errore che distrugge la salute dell’uomo e del pianeta. Come ha ammesso anche l’Unione Europea, “Le società devono pertanto ripensare cosa si intende per crescita e progresso” (Agenzia per l'Ambiente, gennaio 2021).

Occorre ascoltare e aprirsi ad un dialogo vero con le culture buddiste, induiste, confuciane, indigene che avevano un modo completamente ecologico di interagire con la natura, idee diverse sulla società, sulla morte, 

Al di fuori dell’antitesi tra capitalismo e comunismo, l’economia della permanenza di Gandhi rappresenta oggi più che mai un grande punto di riferimento e un esempio di non violenza nei confronti non solo degli uomini ma di tutti gli esseri senzienti e dell’Ecosfera.

Le crisi che oggi ci attanagliano –dal collasso climatico, alla “dittatura dell’economia”, alla pandemia- sono pertanto solo l’effetto delle idee ottocentesche -e screditate- di materia, tempo progressivo, crescita. Solo mettendo in luce il fenomeno della colonizzazione dell’immaginario –avvenuto storicamente attraverso i domini coloniali e poi attraverso l’azione dei mass media– può aprirsi una nuova strada.

Dalla confluenza tra i risultati della fisica quantistica, l’epigenetica, l’entaglenment e l’antica visione del Non dualismo, si apre il cammino comune della Decrescita fatta di  economia locale, di relazioni affettive, di visione sistemica, di biologico della mente.

Gloria Germani rilegge il mito della modernità incrociando la critica all'antropocentrismo della scienza e della filosofia occidentale con le visioni ecocentriche delle saggezze orientali, in particolare del buddismo e dell'induismo (da lei lungamente frequentate). Il libro inscrive a pieno titolo il progetto di Gandhi nel paradigma della decrescita” Serge Latouche

Germani offre una delle migliori introduzioni a Gandhi e alla cultura indiana che mi sia capitato di leggere” Tiziano Terzani (prefazione a  Gloria Germani,  Teresa di Calcutta:  una mistica tra Oriente e Occidente. Il suo pensiero in rapporto all’India e  a Gandhi, Milano, 2003)

Nessun commento:

Posta un commento