(fonte: Volere la luna)
Se non fosse per il Covid, si potrebbe pensare di vivere nel migliore
dei mondi possibili. Noi occidentali siamo formidabili nella nostra ignoranza.
Noi occidentali, ma in particolare noi cittadini occidentali: viviamo
letteralmente fuori dal mondo. Mangiamo la carne o le uova senza sapere o
preoccuparci del fatto che gli allevamenti intensivi sono dei campi di
concentramento e che contribuiscono al riscaldamento climatico. Vorremmo sempre
il cielo sereno senza comprendere che è delle precipitazioni che la Terra ha
sempre più bisogno. Il petrolio, il metano, il carbone sono problematici, ma
dove sta il problema? Si fa una transizione energetica, si passa alle energie
verdi.
Fermiamoci qui, alle energie verdi. Che non seducono solo i politici, ma anche i movimenti verdi tipo i Fridays for Future.
Guillaume Pitron, giornalista e documentarista francese specializzato
in geopolitica delle materie prime, ha descritto il viaggio da lui fatto nei
cinque continenti per descrivere la vera e propria guerra, per ora senza armi,
che si è combattuta e si sta combattendo in questo momento: “La guerra dei metalli rari. Il falso mito della transizione digitale”. Nel
libro l’autore conduce il lettore in un viaggio attraverso i processi che vanno
dall’estrazione all’utilizzo finale di questi metalli, passando per le
difficoltà della loro lavorazione, per la pericolosità che hanno per l’ambiente
e per le oscure vicende che portano al controllo delle miniere e dei mezzi di
lavorazione. Il quadro che ne emerge è a dir poco inquietante. Inquietanti sono
le quantità di rocce che vengono estratte per ricavare i metalli o le terre
rare (del resto è già quello che sapevamo avvenire con l’estrazione dell’oro).
Inquietante l’inquinamento che l’estrazione comporta e che contamina non solo
la terra e le acque, ma altresì coloro che lavorano nelle miniere. Inquietante
il fatto che tali metalli e terre siano destinati a finire e non sia
ipotizzabile un loro riciclo a costi contenuti.
E, rimanendo sullo stesso piano, ma spostandoci su un altro metallo,
che dire del cobalto (impiegato in elettronica e nelle batterie) e della sua
estrazione in Congo? Anche qui inquinamento incontrollato e in più lavoro
minorile e morti premature: Apple, Dell, Microsoft e Tesla sono alcune aziende
citate in causa per morti di bambini alcuni mesi fa davanti alla corte
distrettuale di Washington (https://www.lifegate.it/miniere-di-cobalto-congo-causa
).
Insomma, non è con uno schiocco di dita che passiamo dallo sviluppo
basato sulle energie fossili a quello basato sulle energie rinnovabili.
Vogliono farcelo credere, ma non è così. E non sono pulite le auto elettriche o
i monopattini elettrici. Il silenzio dei loro motori qui da noi è a costo di
scoppi, morti, inquinamenti altrove. Esattamente come accade con il petrolio o
il carbone.
Insomma, la narrazione della transizione energetica è buona solo per i gonzi. E magari non ci crede neanche Elon Musk, il patron di Tesla, visto che finanzia missili che vanno su Marte… (https://www.repubblica.it/scienze/2018/02/06/news/space_x_tutto_pronto_per_il_lancio_del_super_razzo-188153868/ ).
Dicono che la Terra ha circa 4 miliardi e mezzo di anni e che si è formata in un universo che ne ha circa 13 e mezzo. Quindi si tratta di un processo originato da qualcosa che a noi è sconosciuto e che ha preso origine da qualcos'altro di ancora più grande e che viene ancora prima, dentro cui dopo 9 miliardi di anni è nato il nostro pianeta. Quindi è un processo, un percorso di qualcosa per noi incomprensibile, sconosciuto e su cui non possiamo minimamente influire. Durante questo percorso, in quella che possiamo considerare una piccolissima frazione di tempo della vita del nostro Pianeta, durante il suo raffreddamento, si sono create le condizioni che hanno prodotto l'esistenza del genere umano. Quindi noi siamo semplicemente una piccola tappa del percorso di questo "processo". Una tappa che comprende forse qualche milione di anni (cioè qualche milione di giri della Terra attorno al sole) che per noi sono tanti ma che per la vita dell'organismo che ci ospita sono probabilmente meno di un nanosecondo. Se fossimo coscienti di questo miracolo dovremmo venerare questo Organismo che ha prodotto questa piccola coincidenza di "qualche secondo della sua vita" dove ha trovato posto anche la nostra esistenza, per cercare di farla finire il più tardi possibile. Perché prima o poi comunque la nostra esistenza finirà dato che il processo, a mio avviso, che non dipende da noi, continuerà inesorabilmente e proseguirà verso quelle tappe che verranno dopo la nostra. Qualche milione di anni per questo Organismo non sono niente ma per noi sarebbero tantissimo.
RispondiEliminaSono d'accordo. Tutte queste "transizioni" sono falsi miti. E' tutta la civiltà industriale che deve finire, perchè è assolutamente incompatibile con il Sistema Biologico Terrestre, cioè con la Terra stessa. E' un modello fallito. Devono cessare le sue premesse filosofiche: l'antropocentrismo, il materialismo, l'aumento indefinito dei beni materiali. E poi siamo in troppi, in troppi, in troppi. Il primo valore dovrebbe essere la buona salute dell'Organismo Biosfera, di cui siamo parte come un tipo di cellule.
RispondiEliminaPer una trattazione molto approfondita delle conseguenze e delle problematiche connesse alla scelta elettrica nella mobilità privata invito a leggere questo articolo di Mirco Rossi di Aspoitalia: al link https://www.aspoitalia.it/attachments/article/375/2020-01-27%20auto%20elettrica%20-Mirco%20Rossi.pdf
RispondiEliminaCordiali saluti
Grazie della segnalazione, "anonimo". Ho stampato l'articolo e me lo leggo con calma, poi semmai ne facciamo oggetto di un post successivo.
RispondiEliminaHo iniziato a leggere il documento... Mi sono fermato a pagina 2 per i numerosi errori.
EliminaI concetti sono giusti: le auto elettriche inquinano e sostituire delle utilitarie con dei carrozzoni da 2 tonnellate non aiuta....
Ma Mirco commette una serie di piccoli errori per cercare di spostare la bilancia a favore del Diesel.
Se vogliamo essere ecologici c'è la bicicletta.
Se vogliamo essere un po' meno devastanti lasciamo stare il documento di Mirko Rossi e diamo credito agli altri soci ed Ex Soci di Aspoitalia come Ugo Bardi, Pietro Cambi, ...
L'anonimo è Armando Boccone: pensavo che il nome venisse inserito automaticamente.
RispondiEliminaA presto
Sì è tutto vero. Ma ricordiamoci che un paio di quintali di batteria ci fanno risparmiare 10 tonnellate di carburante tradizionale, ed almeno un quintale di ricambi (olio, fitri, cinghie, ... )
RispondiEliminaE che nei catalizzatori ci sono cose come il palladio.