(fonte: Rassegna Stampa di Arianna Editrice)
La distinzione fra le cosiddette “due culture”, quella scientifica
(matematica, fisica, scienze naturali, applicazioni tecniche) e quella
umanistica (filosofia, letteratura, psicologia, religione, arte) persiste
ancora oggi. Ogni tanto si sente qualche personaggio che si vanta di non sapere
cos’è una radice quadrata e qualcun altro che considera la filosofia e le opere
letterarie “roba per il tempo libero”. Probabilmente tutto questo deriva dalla
spaccatura cartesiana di cui non ci siamo ancora liberati. Proverò a dare
qualche indizio da cui si può dedurre che l’ecologia profonda è al di fuori o
al di sopra di questa divisione artificiosa e inutile.
Come noto, l’ecologia profonda considera l’umanità come facente parte completamente del mondo naturale e, nella sua versione spiritualista, vede la mente come onnipresente in ogni fenomeno e auspica una vita degna e un’autorealizzazione per tutti gli esseri senzienti.