(fonte: Rassegna Stampa di Arianna Editrice)
Premessa
È ormai evidente che il mondo di
oggi, frutto dell’espansione della civiltà industriale, è in gravissima crisi.
Gli andamenti attuali di molte grandezze non possono continuare ancora a lungo.
Le idee di Bateson, se diffuse come sottofondo del pensiero generale, possono
dare un valido contributo a un deciso cambio di rotta per evitare eventi
fortemente traumatici. Tenterò una modesta opera di divulgazione di alcuni
punti essenziali.
L’approccio sistemico-olistico
- Esempi
La civiltà industriale, espressione attuale della cultura occidentale, sta invadendo il mondo, con conseguenze gravissime per il Pianeta e per tutti gli esseri senzienti. Tale situazione è frutto di approcci di tipo lineare, non sistemico. La necessità di ragionare in modo sistemico sostenuta da Bateson è quindi molto importante per tornare a situazioni compatibili con la Vita della Terra.
Ecco due citazioni di Gregory sull’argomento
“sistemico”:
“La carenza di saggezza sistemica
è sempre punita.” (Verso un’ecologia della mente)
“Quale struttura connette il
granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E
me con voi? E tutti e sei noi con l’ameba da una parte e con lo schizofrenico
dall’altra?” (Mente e Natura)
Per semplificare e rendere ben
chiara questa impostazione, facciamo qualche esempio:
- Quando si è cominciato a costruire automobili, e
automezzi in genere, si è ragionato più o meno in questo modo: vogliamo andare
da un posto all’altro più velocemente possibile, in modo autonomo e privato.
Risultato: l’automezzo con motore a scoppio, alimentato da combustibili
fossili. Il ragionamento sistemico avrebbe richiesto di mettere in conto gli
effetti e le retroazioni sull’atmosfera, sulla salute, sul consumo di
territorio, sulle strade, sullo smaltimento degli pneumatici, sulla distruzione
delle foreste per estrarre i combustibili e per le raffinerie, gli scarichi, le
polveri, e tutte le retroazioni e i danni conseguenti. Non avremmo mai
costruito un miliardo di auto!
- Con un ragionamento sistemico, non si
inseguirebbe il “lavoro per tutti” continuando a considerare “il lavoro” come
qualcosa di pagato per 40 ore alla settimana o giù di lì, inventandosi nuove
opere per “creare lavoro” (!), senza curarsi di cosa si distrugge! Un
ragionamento sistemico, che mette in conto tutte le interazioni, farebbe
immediatamente capire che, con queste premesse, il lavoro per tutti non c’è più
e non potrà mai esserci, soprattutto dopo l’avvento dell’informatica.
L’unico studio globale serio (ma
ancora antropocentrico) del sistema terrestre che teneva in conto le
retroazioni e le interconnessioni fra le grandezze in gioco (quindi
sostanzialmente sistemico-olistico) è stato il rapporto del Club di Roma “I
limiti dello sviluppo” (1971) il cui grafico BAU (business as usual) mostra
proprio quello che sta accadendo in questo decennio (da uno studio di 45 anni fa!). Le proiezioni
di allora indicavano per questo decennio: inesorabili e forti aumenti di
popolazione e inquinamento (che proseguiranno ancora per molti anni),
diminuzione delle risorse, inizio della discesa di alimenti pro-capite e
produzione industriale. È esattamente la situazione attuale.
Il nostro agire dovrebbe quindi
orientarsi DA SUBITO verso ragionamenti sistemici, abbandonando quelli lineari
di causa-effetto. Su questo Bateson ha veramente molto da dirci, soprattutto in
questi anni, o decenni.
La fine dei dualismi
La civiltà occidentale, più che
mai negli ultimi secoli, vive continuamente di dualismi, come uomo-Natura,
Dio-mondo, spirito-materia, umanità-animalità, e così via. Molti di questi
dualismi vengono mantenuti dalla scienza “ufficiale” meccanicista-cartesiana,
anche contro le sue stesse conoscenze.
Per mettere in evidenza il
pensiero di Bateson sul dualismo Dio-mondo e su quello cartesiano
spirito-materia basteranno queste citazioni:
“Se mettete Dio all’esterno e lo
ponete di fronte alla sua creazione, e avete l’idea di essere stati creati a
sua immagine, voi vi vedrete logicamente e naturalmente come fuori e contro le
cose che vi circondano. E nel momento in cui vi arrogherete tutta la mente,
tutto il mondo circostante vi apparirà senza mente e quindi senza diritto a
considerazione morale o etica. L’ambiente vi sembrerà da sfruttare a vostro
vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi e la vostra gente o gli
individui della vostra specie in antitesi con l’ambiente formato da altre unità
sociali, da altre razze, dagli altri animali e dalle piante.”
“Se questa è l’opinione che avete
sul vostro rapporto con la natura e se possedete una tecnica progredita, la
probabilità che avete di sopravvivere sarà quella di una palla di neve
all’inferno. Voi morrete a causa dei sottoprodotti tossici del vostro stesso
odio o, semplicemente, per il sovrappopolamento o l’esagerato sfruttamento
delle risorse.” (Verso un’ecologia della mente)
“Mi abbandono alla convinzione
fiduciosa che il mio conoscere è una piccola parte di un più ampio conoscere
integrato che tiene unita l’intera Biosfera.” (Mente e Natura)
È forse superfluo evidenziare
che, oltre al sottofondo che ha portato al dualismo Dio-mondo esasperato dalle
religioni abramitiche, anche il pensiero materialista-meccanicista adotta i
dualismi citati: si ottiene dai binomi Dio-mondo e spirito-materia
semplicemente tagliando via in toto uno dei due poli, già ben separati.
La fine di questi dualismi
porterebbe a un mondo non manipolabile a piacere da una sola specie, perché la
Natura (Ente unico che comprende l’umanità come una sua componente) non
potrebbe essere “desacralizzata” né “priva di rilevanza morale”, come nella
civiltà industriale di oggi.
La Mente è ovunque. L’Ecologia
Profonda
Il primo colpo alla separazione
cartesiana mente-materia è venuto dal principio di indeterminazione di
Heisenberg (1927): l’osservazione (aspetto mentale) è indispensabile per la
definizione di qualunque evento. La conseguente equazione di Schroedinger
fornisce ancora l’andamento nel tempo di “qualcosa” anche se non esattamente
definibile (una probabilità). Successivamente, lo studio dei sistemi complessi
ha portato al concetto di biforcazione-instabilità, per usare il linguaggio di
Prigogine, che parla di Nuova Alleanza fra uomo e Natura. Come semplificazione,
una biforcazione-instabilità si può paragonare alla posizione di un pendolo con
il peso nel punto più alto, da cui può prendere due vie diverse con uguali
probabilità: può “scegliere” da che parte cadere). L’andamento del sistema dopo
una biforcazione costituisce qualcosa di
completamente imprevedibile, anche in linea teorica (una “scelta” del sistema).
In altre parole, nei sistemi complessi si manifestano fenomeni mentali. I
sistemi e sottosistemi sono moltissimi, e intercollegati: quindi la mente è
ovunque.
Tutti i viventi e insiemi di
viventi sono sistemi altamente complessi.
Con queste premesse, possiamo
parlare anche di un nuovo animismo: in realtà tale sottofondo – in altre forme
- ha forse due-tre milioni di anni.
Da un libro di Fritjof Capra (Verso
una nuova saggezza):
“Secondo Bateson la mente è una
conseguenza necessaria e inevitabile di una certa complessità, la quale ha
inizio molto tempo prima che degli organismi viventi sviluppino un cervello e
un sistema nervoso superiore. Egli sottolineò anche che caratteristiche mentali
sono manifeste non solo in singoli organismi, ma anche in sistemi sociali e in
ecosistemi, che la mente è immanente non solo nel corpo ma anche nelle vie e
nei messaggi fuori dal corpo. Una mente senza un sistema nervoso? La mente si
manifesterebbe in tutti i sistemi che soddisfano certi criteri? La mente
sarebbe immanente in vie e messaggi fuori dal corpo? Queste idee erano così
nuove per me che, a tutta prima, non riuscii a dar loro un senso. La nozione di
mente di Bateson non sembrava aver nulla a che fare con le cose da me associate
alla parola “mente”.
Che dire del Sistema Totale, cioè
l’Ecosfera? (o l’Universo stesso):
“E Gregory ammise che la Mente
associata al Sistema Totale assomigliava molto all’idea di un Dio Immanente.”
(ancora da: F. Capra – Verso una nuova saggezza)
Ci siamo quindi trovati con molte
idee dell’Ecologia Profonda, cui era pervenuto Arne Naess anche per altre vie.
Sull’evoluzione biologica:
“Ora cominciamo a scorgere alcuni
degli errori epistemologici della civiltà occidentale. In armonia col clima di
pensiero che predominava verso la metà dell’Ottocento in Inghilterra, Darwin
formulò una teoria della selezione naturale e dell’evoluzione in cui l’unità di
sopravvivenza era o la famiglia o la specie o la sottospecie o qualcosa del
genere. Ma oggi è pacifico che non è questa l’unità di sopravvivenza del mondo
biologico reale: l’unità di sopravvivenza è il complesso “organismo più
ambiente” (cioè non è una unità delimitabile). Stiamo imparando sulla nostra
pelle che l’organismo che distrugge il suo ambiente distrugge sé stesso.
(l’unità di sopravvivenza evolutiva risulta equivalente all’unità mentale).” (Verso
un’ecologia della mente)
Se l’Ecologia Profonda fosse il sottofondo di pensiero di nuove culture umane, al posto dell’attuale antropocentrismo, il problema ecologico cesserebbe di esistere.
Grazie Guido per questa riflessione.
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