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venerdì 22 aprile 2022

Se l'aria fosse un farmaco, di Stefano Ceccarelli

 (fonte: Stop fonti fossili)


Facciamo finta – ma poi neanche tanto – che l’aria che respiriamo sia un farmaco da somministrarsi per via inalatoria (lo chiameremo appunto ARIA®), ed analizziamone la composizione quali-quantitativa stabilita al momento dell’Autorizzazione all’immissione in commercio, che possiamo datare all’anno 1780 (vedremo più avanti il perché di questa data; in realtà il prodotto veniva usato già da molti millenni prima di allora). Limitiamoci per semplicità a considerare i quattro componenti più abbondanti del medicinale:

  • Azoto (N2): 78,084%
  • Ossigeno (O2): 20,946%
  • Argon (Ar): 0,934%
  • Anidride carbonica (CO2): 0,028% (280 ppm)

tralasciando le sostanze presenti in tracce (< 20 ppm), quali neon, elio, metano, kripton e idrogeno, e non considerando il vapore acqueo le cui specifiche sono molto larghe (da 0 a 6%) in funzione delle condizioni di conservazione del prodotto (ARIA® può essere ben conservato in climi sia asciutti che umidi).

mercoledì 21 luglio 2021

E i morti per inquinamento?, di Fabio Balocco

 (fonte: Volere la luna)


Lasciamo perdere per un momento cosa abbia causato il contagio. Sicuramente c’entrano i disequilibri ambientali a livello globale, lo spillover e quant’altro. Ma, dicevo, lasciamolo perdere, e concentriamoci solo sulle morti causate dall’inquinamento.

L’anno scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità stimava che ogni anno circa otto milioni di decessi siano attribuibili all’inquinamento atmosferico. Per quanto riguarda nello specifico l’Europa, invece, l’Agenzia Europea per l’Ambiente denunciava il fatto che nella sola Italia per le polveri sottili ogni anno muoiono circa 80.000 (ottantamila!) persone.