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martedì 20 aprile 2021

Il piacere di uccidere, di Max Strata

 (fonte: Facebook)


Chi va di frequente nei boschi, chi si inoltra nel fitto della vegetazione per seguire un sentiero abbandonato o per spirito di avventura, prima o poi incontra una trappola micidiale: i lacci di acciaio che i bracconieri posizionano nei punti di passaggio di cinghiali e caprioli ma che inevitabilmente finiscono per stringere anche tassi, volpi, istrici o addirittura un lupo e perfino un cane o un gatto che si sono allontanati da casa.

Quando il laccio scatta, si chiude su una zampa o su un'altra parte del corpo e non c'è più scampo. Si tratta di una forma di caccia particolarmente vile e non selettiva che non ha niente a che fare con quella esercitata dalle residue tribù native per altri motivi e in contesti completamente differenti.